Comunicato Stampa

“IN SETE ALTERE”
Arturo Stàlteri suona Battiato

“Il mio omaggio alla musica di Franco Battiato:
dai primi esperimenti sonori alle più recenti produzioni dell’artista”

ll nulla emanava la pietra grigia/ e attorno campi di zafferano
passavano donne bellissime/ in sete altere…
La Porta dello Spavento Supremo (Il Sogno)
(Franco Battiato – Carlotta Wieck)

ARTURO STALTERI E FRANCO BATTIATO…tutto iniziò da qui: “Amo i Rolling Stones da qu ando ero un bambino che studiava le “Invenzioni a due voci” di Bach, ma ascoltava anche “Jumpin’ Jack Flash”. Ho sempre pensato che nessuno potesse riproporre le canzoni di Jagger e Richards senza uscirne sconfitto. Qu ando mi capitò tra le mani il primo “Fleurs” scoprii che Battiato aveva “osato” reinterpretare nientemeno che “Ruby Tuesday”. Rimasi letteralmente folgorato, così invitai Franco a “Volevo essere Mick Jagger” trasmissione che conducevo per Rai Radio 2. Accettò di intervenire per parlare del suo ultimo lavoro, ma anche di Beethoven! Da allora sono passati quattordici anni, ho avuto l’opportunità di incontrarlo molte altre volte e di collaborare con lui. E ne sono felice” (Arturo Stàlteri)

Esce “In Sete Altere” (Felmay): Arturo Stàlteri, uno dei pianisti italiani contemporanei più noti in Europa, suona Franco Battiato ricord andolo già a partire dal titolo del disco, tratto da un verso de “La Porta dello Spavento Supremo (Il Sogno), celebre brano del cantautore siciliano.

“E’ il mio omaggio alla musica di Franco Battiato – spiega il musicista – un itinerario che parte dai primi esperimenti sonori fino alle sue più recenti produzioni. Franco ha seguito in tutto e per tutto questo lavoro, e io, in questo viaggio in musica, ho fatto tesoro dei suoi preziosi consigli”.

Musicista di formazione classica, ma con trascorsi nel rock progressive e sperimentale (famoso negli anni Settanta il suo gruppo Pierrot Lunaire) nonché forbito commentatore su Rai Radio 3, Stàlteri, negli anni, ha sviluppato un elegante e raffinato linguaggio contemporaneo, sintesi di tradizione colta e musica di confine; ha lavorato molto per cinema e tv, mettendo a frutto uno spettro di influenze che va dai Sigur Ros ai Rolling Stones, dai Radiohead a Philip Glass.

Presentato in anteprima al Teatro Masini di Faenza in occasione del MEI (Meeting Etichette Indipendenti), “IN SETE ALTERE” è il nuovo progetto discografico di cui Stàlteri ha anche curato la produzione artistica, dedic andogli tempo e passione, come si faceva una volta, e controll andole attentamente ogni minimo dettaglio, affiancato dal maestro Battiato.

11 brani contenuti all’interno del disco: due inediti di Stàlteri: “Intro” e “The Meeting of the Gods (Un’improvvisazione)” ispirato, quest’ultimo, a “Il Mercato degli Dei” di Battiato, “Meccanica Due” e “The Instrumental Centro di Gravità Permanente”, co-firmati da Battiato e Stàlteri, e “L’Oceano di Silenzio”, “Propiedad Prohibida”, “Caliti Junku”, “La Porta dello Spavento Supremo”, “La Porta dello Spavento Supremo (Il Sogno)”, “Il Vuoto” e “L’Egitto prima delle sabbie (Nuova Versione)”, tutti di Franco Battiato.

“INTRO” è la prima composizione del disco: un suono al limite del rumore puro che sale lentamente, fonte: i Rolling Stones più “psichedelici”. Il brano ha il compito di preparare all’ascolto di “MECCANICA DUE” (già “Meccanica”). Quest’ultimo e “THE INSTRUMENTAL CENTRO DI GRAVITA’ PERMANENTE” (nella versione originale “Centro di Gravità Permanente”) sono gli unici due brani che portano la doppia firma (Battiato/Stàlteri); nell’ascoltarli, infatti, Battiato ha ritenuto che Stàlteri ne abbia quasi “ricomposto” alcuni momenti, tanto da offrirgli di co-firmarli. Ne “L’OCEANO DI SILENZIO” emerge forte il carattere liederistico del brano, che l’artista romano ha accentuato nella sua riduzione per più pianoforti. Ancora, “PROPIEDAD PROHIBIDA”, da anni sigla del rotocalco d’informazione TG2 Dossier, e “CALITI JUNKU” , dove emergono pianoforti utilizzati in vari modi, (anche come sequencer) e la batteria robotica di Pino Zingarelli. In “THE MEETING OF THE GODS” le dita corrono sulla tastiera, un solo pianoforte e, più o meno nascosto, il respiro di Jonsi Birgisson dei Sigur Ros! “LA PORTA DELLO SPAVENTO SUPREMO” I e II è un brano metafisico, diviso in due parti molto diverse: prima parte, pianoforte “indefinito” nella sua tessitura, quasi ambient. Seconda parte più lieve, ipnotica e reiterativa. Segue “IL VUOTO”, “costruito” tra il minimal, l’elettronico e l’etnico: pianoforti e un campionamento percussivo carpito a Thom Yorke dei Radiohead, ma rinnovato nel suono e nel tempo, rallentato e adattato ritmicamente. Infine parte, dopo quindici secondi da “Il Vuoto”, “L’EGITTO PRIMA DELLE SABBIE (NUOVA VERSIONE)” , che chiude il disco: essendo notevole la differenza di atmosfera rispetto alle tracce precedenti, Stàlteri ha voluto segnalare un momento di riposo, una pausa temporale necessaria a girare un immaginario long playing dal lato A al lato B.

Arturo Stàlteri presenterà il suo nuovo lavoro in alcuni appuntamenti dal vivo all’interno degli store Feltrinelli: il primo è fissato per lunedì 6 ottobre alla Feltrinelli di Roma (via Appia Nuova 427) con inizio alle ore 18.

Sito ufficiale www.arturostalteri.wix.com/arturostalteri