L’eterno classico shakespeariano che riflette la cronaca di oggi
Debutta a luglio da Verona e da L’Aquila
OTELLO
di William Shakespeare
per la regia di Giorgio Pasotti
con Giacomo Giorgio, Giorgio Pasotti e Claudia Tosoni
Drammaturgia di Dacia Maraini
Adattamento scenico di Antonio Prisco
Musiche di Patrizio Maria D’Artista
10 e 11 luglio 2025, Verona
Teatro Romano – Festival “Estate Teatrale Veronese”
13 luglio 2025, L’Aquila
Scalinata San Bernardino – Festival “I Cantieri dell’Immaginario”
Una nuova produzione teatrale fa rivivere l’eterno classico shakespeariano della letteratura mondiale dai caratteri così drammaticamente attuali anche dopo secoli, vista la cronaca di oggi: “Otello” di William Shakespeare, per la drammaturgia di Dacia Maraini e la regia di Giorgio Pasotti, con Giacomo Giorgio nel ruolo di Otello, Giorgio Pasotti interpreterà Iago e Claudia Tosoni sarà Desdemona.
Nel cast anche Davide Paganini, Gerardo Maffei, Salvatore Rancatore, Andrea Papale e Dalya Aly.
Il debutto avrà luogo il 10 e 11 luglio al Teatro Romano di Verona per il festival “Estate Teatrale Veronese”; lo spettacolo andrà poi in scena a L’Aquila il 13 luglio, presso la Scalinata San Bernardino per la rassegna estiva “I Cantieri dell’immaginario”.
La lunga tournée teatrale toccherà poi i principali teatri italiani, in cui porterà il logo di L’Aquila Capitale Italiana della Cultura 2026, che è ambasciatore di un progetto di ricostruzione e di rinascita.
Il calendario è in aggiornamento; nelle prossime settimane saranno annunciate le nuove date.
Giorgio Pasotti si interroga sulla forza di un grande classico come il testo shakespeariano di parlare alle giovani coscienze, di insegnare attraverso la morale, di mostrare senza mediazioni tecnologiche il dolore e lo sgomento per le vite non rispettate.
“Dopo un tempo così lungo quest’opera ci mette ancora di fronte a una realtà malata e incattivita – dice Pasotti – l’Otello è tragicamente attuale. Proveremo a parlare alla generazione di oggi con una compagnia di giovani attori di straordinario talento, gli parleremo di quello che accade tutti i giorni con le parole di quattro secoli fa, parole forti, senza tempo, che raccontano la storia di una donna che ha avuto il coraggio di fare la sua scelta, in una società che come quella in cui viviamo temeva diversità e differenza, e ne ha dovuto pagare la funesta conseguenza. Un punto di vista poco frequentato, ma che restituisce al dramma una incredibile, cruda modernità.”
“E tu…come sei pallida! e stanca, e muta, e bella, pia creatura nata sotto maligna stella. Fredda come la casta tua vita… e in cielo assorta. Desdemona! Desdemona!…Ah… morta! morta! morta!…” e poi “Otello fu”.
Finisce qui la storia di Desdemona e Otello: lei lo aveva sposato per amore contro i cliché dell’epoca; lui, lo straniero, il moro, lo aveva voluto reclamando libertà di scelta e autonomia, lottando con il padre perché lo accettasse.
Otello, incapace di gestire le emozioni, capitano coraggioso e leale ma marito insicuro e geloso. Forse lei era troppo: troppo bella e troppo ingenua, troppo sicura del suo amore e dell’amore di lui. Così Otello la uccide e poi mette fine alla sua stessa vita, per gelosia e per possesso, come gli uomini di oggi e come gli uomini di domani in questa società patriarcale, se non si educano le nuove generazioni.
Ma cosa succede quando l’amore si trasforma in controllo? Quando il desiderio di libertà viene soffocato dal bisogno di possesso? E soprattutto: possiamo ancora imparare qualcosa da Otello?
A interpretare Otello è Giacomo Giorgio, giovane attore amato dal grande pubblico, che sintetizza con queste parole questa nuova esperienza teatrale: “L’Otello è tra le opere shakespeariane più importanti e, davanti ad un capolavoro come questo, il mio lavoro da attore si limita all’ascolto – per poi proseguire – È il testo stesso ad interrogarci grazie alle tematiche che affronta, purtroppo ancora molto attuali, come il femminicidio e la diversità intesa come arricchimento e non come qualcosa di cui avere timore. È un’ardua impresa quella che mi accingo a intraprendere con grande gioia ed impegno: dare vita alle tormentate emozioni di uomo che da vittima diventa carnefice sconfinando nella follia, trasferendole in un intenso dialogo con la realtà del tempo presente.”
Claudia Tosoni vestirà i panni di Desdemona: “’È da queste profonde ferite, usciranno farfalle libere’, diceva in uno dei suoi versi Alda Merini, poetessa, fatta internare da suo marito perché passionale, lunatica e soprattutto perché non capita. Sempre futili e prive di senso sono le ragioni che portano oggi gli uomini a privare le donne della loro stessa vita, come nel caso di Desdemona, uccisa per inganno, vittima di un malinteso, non creduta, una Cassandra rivisitata, uccisa per la furia della gelosia dell’uomo che ama e che difende, fino alla fine, non volendo vedere i segnali, ed è proprio lui che metterà fine alla sua esistenza per proteggere il suo onore. Ma l’amore non è questo. È una grande responsabilità oggi interpretare questo personaggio, mi emoziona e terrorizza allo stesso tempo, la grande attualità dei testi shakesperiani, nonostante siano passati più di quattrocento anni, fa riflettere e ci fa capire quanto poco sia cambiato, ma l’arte serve proprio a questo, a svegliare le coscienze ed è questo che mi auguro : che le donne possano essere delle farfalle, libere, e soprattutto vive.
Lo spettacolo è prodotto da Teatro Stabile d’Abruzzo, Marche Teatro, Stefano Francioni Produzioni e Virginy l’Isola Trovata ed è in collaborazione con il Teatro Maria Caniglia.
L’adattamento scenico è a cura di Antonio Prisco; le musiche originali sono di Patrizio Maria D’Artista. La scena è a cura di Giovanni Cunsolo; le immagini di Thierry Lechanteur; costumi di Sabrina Beretta; light designer dello spettacolo è Marco Palmieri.
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