È disponibile su Youtube il videoclip del singolo “I ricordi” di Giulio Wilson, primo singolo estratto dal nuovo disco “Storie vere tra alberi e gatti” (per l’etichetta discografica Maninalto!/distribuzione Believe).

Un piccolo capolavoro di animazione, girato in 3D tra le vie di una città immaginaria, vede come protagonista un “personaggio” d’eccezione, sui generis: è un palloncino, che retoricamente simboleggia lo scorrere del tempo; si anima e si allontana dal manifesto in cui era raffigurato, prende vita e va, attraversa le strade di una città deserta, tra i ricordi degli uomini.

Giulio Wilson, autore del brano, presenta la sua concezione così coscienziosa dei “ricordi”: Grazie ai ricordi abbiamo la consapevolezza di quello che siamo, sono le espressioni dell’unica forma di immortalità che ci è concessa. A me, che sono anche viticoltore, piace pensare che i ricordi siano come certi vini da invecchiamento, che riposano e decantano nella nostra testa, sicura come una cantina. Quando si stappa una bottiglia, le parti indesiderate restano sul fondo mentre le parti limpide vengono a galla come una piacevole presenza.

Piano e voce danno forza ai frammenti del passato, quelli che prendono forma, diventano ricordi che tornano alla mente come tracce di vie già percorse.

Il videoclip, disponibile al link http://bit.ly/GiulioWilson_IRICORDI, è una dedica, un omaggio di Giulio Wilson ai partigiani milanesiEmidio Mastrodomenico, Tullio Galimberti, Umberto Fogagnolo, Domenico Fiorani, Giulio Casiraghi, Renzo del Riccio, Vincenzo Cortese, Arturo Capecchi, le cui lapidi sono state rappresentate anche nel videoclip. Così Giulio canta: “Ricordi raccontati piano tra le foto in mezzo al marmo della gente che non c’è, sono fiori d’azzeruolo, sono un vecchio partigiano che racconta un po’ di se”.

“I ricordi” è un brano rotondo e delicato, che funge da apripista al mondo nostalgico e allo stesso tempo sognante del disco. Una melodia guidata dal pianoforte e i contrappunti di una fisarmonica soffusa rivestono un testo che affronta il tema del ricordo, un’affezione al passato che si riscontra spesso nelle composizioni dell’artista.

La traccia è presente nel nuovo disco “Storie vere tra alberi e gatti”, formato da 13 brani con altrettante storie di vita fuori dal tempo, che si lasciano ascoltare e “sfogliare” come fossero capitoli di un romanzo, narrazione di vicende dei giorni passati e di quelli presenti.

Come le fotografie hanno vita in un album di ricordi, in “Storie vere tra alberi e gatti” le canzoni vivono nell’animo di chi ascolta e negli occhi di chi le immagina. Sono musiche di esistenza e resistenza.

GIULIO WILSON

Giulio Wilson è un cantautore fiorentino e musicista; alterna la sua passione per la musica alla sua attività di produttore di vini in Toscana. Wilson è infatti laureato in Viticoltura ed Enologia. La sua carriera artistica viene inaugurata con l’album “Soli Nel Midwest”, prodotto da Enzo Iacchetti. Nel 2018 esce il singolo “Parole” e successivamente l’Ep “Futuro Remoto”, entrambi per Fonoprint. L’anno successivo esce il brano estivo “Estate Proletaria”. Oltre ad avvalersi della produzione artistica di Valter Sacripanti, Wilson ha collaborato con numerosi artisti, tra cui Vinicio Capossela, Roberto Piumini – che ha contribuito al testo di due brani di “Soli Nel Midwest” –  e Bobby Solo, con cui duetta nel brano “Dove corre il tempo”, pubblicato nel 2016. Wilson ottiene numerosi riconoscimenti: vincitore di “Materiale resistente 2.0” organizzato dal MEI e della Targa Mei nel 2017 come “Miglior cantautore”; nello stesso anno l’artista vince il concorso BMA Bologna Musica d’Autore. Nel 2018 vengono assegnati il premio Anacapri Bruno Lauzi e nel 2019 il Premio Bertoli. Wilson inoltre vince il concorso 1Maggio Next 2019 e si esibisce sul palco del Concerto del Primo Maggio a Roma. Dal 2017 a oggi, l’artista ha tenuto oltre di 140 concerti e partecipazioni ad eventi.


Giulio Wilson si occupa dal 2005 di riconversione in agricoltura biologica di antichi vigneti, sulle colline delle Cerbaie. Molte vigne appartengono a contadini locali, luoghi prima fatiscenti e in stato di abbandono per diversi motivi: alcuni legati alla anzianità dei proprietari ed altri dovuti alla scarsa redditività. Negli anni il progetto si è evoluto; oggi infatti Giulio coltiva 14 ettari di antiche vigne ristrutturate, convertite in agricoltura biologica e collabora con 14 anziani contadini. 

Un’operazione che è diventata una sorte di “banca della memoria”, in quanto vengono recuperati vitigni storici, gli stessi che ora vengono utilizzati a tutela della memoria e per conservare una sapienza antica che rischia di scomparire.

Clicca qui per scaricare il comunicato